SINGOLARITÀ e MARKETING

zetetesFORMAZIONE + beach tennis = VITTORIA!

Dopo quasi due anni (ALLENAMENTO MENTALE DI MAESTRI DI BEACH TENNIS) torno a scrivere di beach tennis.
COME MAI?
Marco Rosini
e Gianluca Di Sante hanno vinto sabato scorso, 18 luglio, una tappa del VISION TOUR 2009 sulla spiaggia di Roseto degli Abruzzi al Lido Luigi. Sponsorizzati dalla zetetesFORMAZIONE (questo è uno dei motivi), hanno battuto in finale la coppia n. 1 del seeding, i bravissimi Giovanni Ceci e Riccardo Di Felice. Come al solito, la perfetta organizzazione del Maestro Filippo Recinella ha fatto da architrave all’evento. “Siamo contenti di come è andata la tappa e crediamo sia una buona prova per ambire a ribalte più importanti” ha detto uno dei due “zeteuci” vincitore.
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Da Wikipedia: BEACH TENNIS
Si pratica su un campo in sabbia lungo 16 m e largo 8 m per il doppio, lungo 16 m e largo 4,5 m per il singolo. L’altezza dal suolo della rete divisoria è 1,70 m al centro.La racchetta è lunga massimo 55 cm e il suo piatto è largo massimo 30 cm con uno spessore massimo di 3,5 cm,la sua superficie deve essere liscia anche se sono consentiti “fori” per alleggerire l’attrezzo. La palla è molto simile a quella da tennis ma leggermente depressurizzata.I giocatori devono battere e ribattere la palla sempre al volo. La successione del punteggio di un gioco è: 15-30-40-vittoria senza i vantaggi; relativamente all’importanza e/o alla specialità una partita consiste di 7 o 9 giochi con tie-break oppure al meglio di 3 set ai 6 giochi sempre con tie break.L’incontro è diretto da un arbitro coadiuvato da un guardalinee e un segnapunti. È pratica comune l’auto-arbitraggio ossia ogni squadra arbitra il suo campo anche in tornei di alto livello a esclusione delle finali. È consuetudine fra le squadre scambiarsi il cosiddetto cinque a ogni cambio campo.
COSA SERVE, OLTRE… ALLA RACCHETTA E ALLA PALLINA?
Il forte giocatore di beach tennis ha come fondamentale caratteristica quella di essere un ottimo stratega. Visione globale, visione periferica e visione a tunnel sono fondamentali allo stesso modo. L’uso bilanciato tra le tre abilità visive (oltre a quelle tecniche) fanno la differenza tra un giocatore bravo e uno forte. Infatti questo ambito crea il vantaggio assoluto di spazio-tempo che nessuna tecnica può colmare. Ci sono modi per allenare queste skills ma non starò qui, in questo contesto, ad entrare nei particolari. Ma quali sono le chiavi del successo di un a coppia di beach tennis?
ENTRIAMO NEL CAMPO
1) continuità – mantenere la palla in gioco;
2) trovare il punto debole (dell’avversario) – giocare su quello per creare vantaggio;
3) giocare alternato – giocare palle lunghe e palle corte per far correre l’avversario.
Il beach tennis è un gioco dove la spunta non la coppia più forte tecnicamente ma (a parità di abilità realizzative) la coppia più veloce. Che significa?
1) Chi batte meglio (avendo valutato, avvalendosi della visione globale, la disposizione degli avversari);
2) chi chiude per primo la “volè” (trovando il punto migliore, nella metà campo avversaria, dove appoggiare la palla;
3) chi risponde al servizio (avvalendosi della visione a tunnel) chiudendo il punto sfruttando la forza della battuta dell’avversario.
Il beach tenni è molto veloce, divertente e appassionante. Un gioco di abilità tecniche e di strategia. Prendere la palla nel punto più in alto della sua traiettoria consente di sintetizzare i tre passi precedenti e offrire minor tempo di preparazione all’avversario.
Alcuni aspetti secondo me importanti:
1. PRESUPPOSTO DI BASE
I giocatori eccellenti sono quelli che hanno robuste doti mentali-fisiche-emozionali bilanciate. Possedere queste aree sviluppate con equilibrio produce un momento critico importante sul risultato finale. Ognuna ha una particolare importanza nei diversi momenti dell’incontro.
2. L’IMPEGNATA GIOCOSITA’
Comunque vada, non dimenticare che è uno sport, un gioco, un mettersi alla prova e avere la possibilità di migliorare sempre.
3. FLESSIBILITA’ MENTALE
La forza senza il controllo è nulla. In più, quando si gioca in coppia (o in squadra) la flessibilità mentale gioca una sua partita nella partita. Oltre che tenere sotto controllo il gioco dell’avversario e i suoi stati d’animo, in più, c’è la differenza che si gestiscono anche quelli del compagno (senza parlare dei propri). Come rimpiazzare pensieri negativi (“questa la sbaglio”, “questo adesso mi passa”, ecc…) con positivi approcci?
Come trasformare credenze limitanti in approcci entusiasmanti?
Può essere utile sapere che per essere concretamente umani abbiamo la grande occasione di poter dimostrare a noi stessi (e agli altri) di essere “gloriosamente fallibili”?
4. LA CONSAPEVOLEZZA DEL SE’
Cosa pensi di te come giocatore? Come affronti i punti delicati dell’incontro?
Come gestisci le situazioni sotto stress? Dopo aver valutato (magari con l’aiuto di un video) la tua partita, studia col tuo compagno o con l’aiuto di un coach la strategia per la prossima occasione.
5. IDENTIFICA I TUOI PUNTI DEBOLI
Cosa si è messo di mezzo tra te e la vittoria nel match importante che hai perso? Trasformare i punti deboli in vantaggi ti consente di ottenere i tuoi obiettivi sportivi.
Troppo semplice? Rosini/Di Sante hanno costruito il loro successo così…
Complimenti raggazzi e grazie ancora.

Ognuno come può.
Abbi gioia
Giannicola