Cos’è il team-building?
Questa è una bella domanda che spesso mi viene rivolta!
In molti credono che il team-building sia un’attività specifica, singola, e ci lavorano in modo specifico.
Ora ti chiedo: “si può lavorare nello specifico su un processo complesso?“
In altre parole, si può lavorare sull’orchestra senza lavorare sui solisti?
Credo di no!
Il team-building è un processo, è l’insieme di diverse abilità finalizzate al conseguimento di un obiettivo comune. Nel basket è molto interessante osservare questo aspetto in quanto i solisti, anche se hanno caratteristiche specifiche, hanno la necessità di adoperarsi in differenti situazioni per il bene della squadra: sia in attacco che in difesa.
Nel calcio, ad esempio, gli attaccanti sono attacanti e i difensori sono difensori!
Quali skills per riuscirci?
Le capacità sottostanti, per un eccellente lavoro di team-building, sono:
1) definire i presupposti;
2) dare e ricevere feedback.
Facciamo un esempio: sapere che “le persone sono più dei loro comportamenti” aiuta ad offrire maggiori possibilità a chi ci sta davanti e, in più, offre uno sguardo mirato al miglioramento delle performance piuttosto che alla svalutazione dell’individuo. Ne segue che il saper dare e ricevere feedback lavora sui comportamenti, eliminando il dare giudizi sulla persona. Insomma, diventa un’occasione di confronto e di crescita continua.
Rafforzare le singole e più forti abilità di ognuno mentre si migliorano quelle più deboli, predispone lo sviluppo del singolo potenziale, nel rispetto del valore comune (dato dalle abilità di ognuno).
Il Coach gen Y…
Il Coach (l’allenatore) innovativo non è il capo ma è il “Maestro” (nel senso del più forte) di questo processo di team-building.
Questo lo rende il leader che sa come ascoltare i suoi collaboratori e i suoi ragazzi, sa come entrare in rapporto aperto, sincero, onesto, intimo con loro, sa come trattare e negoziare bisogni e ambizioni, sa come definire e condividere obiettivi con la sua organizzazione, sa come parlare a tutti loro per risvegliarli, per motivarli, per sfidarli e per spingerli oltre i limiti fisici-mentali-emozionali di ognuno.
Il Coach innovativo sarà colui che riuscirà a trarre dalla sua squadra, come risultato finale, più della semplice somma tecnica dei singoli componenti.
Sa come coinvolgerli nelle scelte, sa come coinvolgerli nel processo decisionale, sa che senza confronto non c’è crescita. Insomma, il Coach innovativo è il tramite di una leadership partecipata e situazionale che spesso lo definisce come modello non solo per la sua squadra ma per l’intera organizzazione (anche a livello giovanile, anche a livello dirigenziale, ecc…) in cui offre il suo contributo.
E chi ce l’ha… se lo tiene stretto!!!
Ognuno come può!
Abbia Gioia
Giannicola