(fonte Gianluigi Zarantonello – InternetManagerBlog del 4 maggio 2010)
E’ una cosa che mi fa divertire un sacco.
Aziende strutturate, che investono milioni in analisi e ragionamenti complessi sul target quando arrivano sul web diventato improvvisamente libere da qualsiasi problema strategico.
L’imperativo diventa: facciamo qualcosa, rivolto a qualcuno e vediamo che cosa succede, perché dobbiamo esserci anche noi! Fantastico.
Non tutte le aziende arrivano nella realtà a mettere in pratica questo approccio e molte poi mettono a fuoco la situazione precisando meglio obiettivi, target e costi, la tentazione iniziale però è quasi sempre quella descritta.
Non tutte le aziende arrivano nella realtà a mettere in pratica questo approccio e molte poi mettono a fuoco la situazione precisando meglio obiettivi, target e costi, la tentazione iniziale però è quasi sempre quella descritta.
Perché accade questo?
Il primo fattore, secondo me, sono le barriere all’ingresso nel web, che sono quasi nulle e comunque di fatto irrilevanti, in termini di paragone, per chi già faccia investimenti pubblicitari in altri mezzi.
A questo si lega la convinzione che la presenza su Internet sia gratuita, cosa che come sappiamo non è propriamente vera.
A questo si lega la convinzione che la presenza su Internet sia gratuita, cosa che come sappiamo non è propriamente vera.
In secondo luogo c’è poca conoscenza del mezzo all’interno delle aziende, che si affidano in tutto e per tutto a dei professionisti esterni senza avere gli strumenti per valutare realmente il loro operato e senza riuscire a spiegare realmente gli obiettivi da raggiungere.
Terzo, non è così frequente trovare una percezione realistica degli impatti che ha l’essere online, specie in un social web dialogico e incontrollabile: si pensa ancora ad una vetrina pubblicitaria da mettere in piedi una tantum, senza considerare l’aggiornamento nel tempo, monodirezionale.
Questo mio discorso poi può essere esteso al mobile, al digital signage, alle application per smartphone e via discorrendo, con l’unico freno dei costi d’entrata più alti di queste tecnologie.
Personalmente trovo che, per l’importanza che sempre più avranno le nuove tecnologie, sia ormai imprescindibile (e utile) la presenza di una figura di riferimento aziendale (con forme e modi commisurati alle dimensioni) che guidi l’utilizzo di questi strumenti.
Non può essere una funzione isolata ma deve lavorare insieme al resto dello staff per portare realmente dentro la rete l’impresa, che a sua volta deve essere disponibile a dialogare in modo paritetico con questa figura.
Insomma è l’ora della competenza e della fiducia.
Insomma è l’ora della competenza e della fiducia.
Qual è la vostra esperienza in questo senso e che cosa ne pensate?
Gianluigi Zarantonello