Il saggio non combatte una guerra inutile!
Ma come sfruttare al meglio le abilità (“skills”) che servono al manager, al leader, al genitore, al prete, all’uomo qualunque, per arrivare fin dove il suo desiderio lo attrae?
Intanto, quali sono queste competenze?
Secondo me, parlo unicamente per la mia esperienza, sono attitudini fondamentali che portano il singolo e/o l’intera organizzazione che guida, a livelli più alti.
Queste capacità hanno la particolarità di individuare e centrare obiettivi in continuo movimento (come i bersagli mobili e perciò difficili da colpire per i più se non si ha a disposizione un mirino di precisione… e un grande allenamento).
Sì, ma come?
In epoca rinascimentale, Machiavelli (Firenze, 3 maggio 1469 – Firenze, 21 giugno 1527) metteva all’erta, sostenendo: “ognuno vede quel che tu pari, pochi comprendono quel che tu sei“. Anche perché, per comprendere chi tu sia, c’è bisogno di preparazione…
Proviamo a tradurlo così: apparenza molta, essenza poca?
Il concetto di “brand”, quindi, e quello che ne sta intorno (parecchio), non è così attuale come forse qualcuno pensa quando afferma che viviamo in un mondo di apparenze.
I dirigenti attuali sono sempre più pagati per ciò che comunicano, ma per saper comunicare devono sintetizzare e rendere gradito agli altri ciò che sanno. Uno dei Rockefeller (non ricordo chi!) diceva: “pago la capacità di trattare con la gente più di qualunque altra capacità al mondo“.
Detto questo, è indispensabile possedere la capacità di esprimersi e comunicare.
La comunicazione, però, ha due momenti ben distinti, opposti, ma complementari come l’acquisizione di informazioni: ascolto, osservazione, presenza, comprensione e la comunicazione come informazioni in uscita: visibilità, parole, gesti, coinvolgimento, risultati.
Attenzione se non ti fai mai una domanda, se non hai mai un dubbio, se non operi mai un atto di umiltà (argomento del post del 15 gennaio).
Il saggio (Suntzu) non combatte una guerra inutile.
“Conosci gli altri e te stesso: cento battaglie, senza pericoli. Non conosci gli altri, ma conosci te stesso: a volte vittoria, a volte sconfitta Non conosci gli altri né te stesso: ogni battaglia è una sconfitta certa“.
Se, per puro esercizio, cambiassimo i termini “altri” e “se stesso” in “visibilità” e “valore”, il risultato ti sarebbe chiaro?
Disse Einstein (Ulma, 14 marzo 1879 – Princeton, 18 aprile 1955) “prima di essere una persona di successo, cerca di essere una persona di valore…” e poi: “non ho particolari talenti, sono solo appassionatamente curioso” (da una lettera a Carl Seeling, 11 marzo 1952).
Queste sono le due capacità (le “skills” dell’ascolto e del presentare) che servono al manager, al leader, al genitore, al prete, all’uomo qualunque, per arrivare fin dove il suo desiderio lo attrae.
Intanto, per usare nel giusto contesto queste competenze, sai qual è il tuo obiettivo?
Ricorda: il saggio non combatte una guerra inutile!
E per non perdere la guerra (in senso metaforico…), c’è bisogno di essere ben equipaggiati con scudo (ascolto) e spada (parola)… se mai fossi chiamato a scendere in campo!
Alla prossima puntata…
Abbi gioia
Giannicola