SINGOLARITÀ e MARKETING

L'apocalisse 62 anni dopo

La mattina del 6 agosto 1945, poche ore prima dell’alba, il quadrimotore B-29 “Enola Gay” (nome della madre del pilota, il ventinovenne Paul W. Tibbets) si alza in volo da Tinian con a bordo 12 uomini di equipaggio e un unico ordigno bellico, che risulterà decisivo per la sorte del Giappone: una bomba atomica, denominata dagli statunitensi “Little boy”.

Il 6 agosto 1945 il bombardiere Usa “Enola Gay” sganciò la prima bomba atomica della storia sulla città giapponese di Hiroshima, uccidendo circa 140mila persone. Tre giorni dopo gli USA concessero il “bis” su Nagasaki: oltre 80mila le vittime.

Oggi la città che, più di qualsiasi altro luogo del pianeta, porta nella sua storia il segno indelebile della follia umana, ha voluto tramutare lo strazio della memoria in una forte testimonianza che grida contro tutte le guerre. Chiunque si trovi oggi a passare per il centro cittadino – dove sorge il Peace Memorial Park – viene investito, coinvolto e commosso dal messaggio lancinante e perentorio che urla ai potenti della Terra: “NO MORE WAR, NO MORE HIROSHIMA“.