Il meccanismo che ci porta al risultato è il seguente: credenze, potenziale, azioni e risultati. Ma quanto potenziale usiamo di quello a nostra disposizione?
E… sappiamo di quale potenziale stiamo parlando?
Ma se ho il potenziale di Dio dentro di me (mi sono montato la testa…?), poi, lo sfrutto adeguatamente?
Non dipende più da quello che ho a disposizione ma, quindi, da come lo sfrutto… Insomma, da come metto in campo le mie qualità.
C’è una bella frase, ma non ricordo chi l’ha pronunciata, che dice: “non c’è nessuna differenza tra chi non sa leggere e chi sa leggere ma non legge“… Ora vi lascio con questo interessante articolo di Gregg Braden, così tutti, prima delle meritate vacanze, rifletteranno sul potenziale che si portano dentro (oltre ai cocktail serali…!!!)
Abbiate gioia
Giannicola De Antoniis
La leggenda afferma che quando il Re Salomone si fece costruire il suo tempio sacro a Gerusalemme, ebbe luogo un antico rituale che precedeva la posa della prima pietra.
Conservatosi attraverso le tradizioni massoniche fino ai nostri giorni, il rituale riguardava l’orientamento e la posa della prima pietra, la pietra angolare, sulla quale dovevano poi essere orientate tutte le altre pietre del massiccio complesso. Si racconta che il re mise in quella pietra un foglio di pergamena, sul quale aveva scritto egli stesso un singolo nome.
Simbolicamente il nome che avrebbe ancorato la pietra miliare del Sacro Tempio di Gerusalemme sarebbe anche diventato il nome su cui Re Salomone avrebbe fondato la leadership del suo popolo e il potere della sua nazione e che avrebbe costituito le fondamenta di un terzo delle religioni organizzate del pianeta. Quel singolo nome era il tetragramma YHVH, il nome eterno di Dio.
Un esame ancora più ravvicinato delle lettere che formano il nome di Dio e il corpo umano chiarisce esattamente cosa ci comunichi oggi questa antica correlazione. Sebbene le versioni originali dei testi biblici riconoscano pienamente che il nome di Dio è YHVH, si riferiscono anche alla versione abbreviata YH, come è stato precedentemente osservato. Gli studiosi generalmente considerano entrambi i nomi, YHVH e YH come interscambiabili.
Tradotto, il nome YH può essere interpretato come “l’Eterno”.
Sebbene ci possano essere varianti del termine in epoche e culture diverse, il significato della parola eterno in inglese moderno [e anche in lingua italiana N.d.T] implica un’esistenza che non ha avuto inizio e che non avrà fine e che funziona al di là dei limiti del tempo. È precisamente questo aspetto “eterno” a essere comune sia al nome di Dio, YHVH, che al corpo umano, YHVG, come indicano le lettere sottolineate. I codici segreti dell’antichità e la traduzione letterale del DNA come alfabeto ci mostrano che qualcosa, della nostra esistenza, rimane duraturo ed eterno. Condividiamo quella qualità infinita col nostro Creatore per un cinquanta per cento pieno di elementi che definiscono il nostro codice genetico.
YHVH il nome di Dio
YHVG il nome dell’Uomo
YH (Dio/Eterno) forma una metà del nome di Dio
e del nome codificato nelle nostre cellule.
LA PROMESSA DI DIO PRESENTE NEL CORPO DELL’ESSERE UMANO
Il secondo aspetto del nostro nome chimico porta la relazione umana con Dio a un nuovo livello. Inoltre, descrive esattamente come Dio esiste nel corpo umano. Le altre due lettere del nostro nome (VG) in quanto lettere ebraiche equivalenti al DNA (HYVG) illustrano la natura di questa relazione. È importante notare che, nella scienza della gematria, i codici numerici degli alfabeti antichi non sono sensibili all’ordine in cui sono disposte le lettere. Proprio come 1 + 2 e 2 + 1 danno lo stesso risultato, anche le regole dei codici di lettere permettono di fare le stesse considerazioni riguardo ai valori delle lettere.
Inoltre, fra i misteri della Cabala, l’ordine inverso (alterato) di un dato insieme di lettere è spesso associato a regni di creazione alterni. Sebbene le qualità collegate a un simile specchio possano variare, il significato in sé non cambia. Perciò, se consideriamo il VG o il GV contenuti nel nome dell’umanità, YHVG, possiamo rivolgere la nostra attenzione alla traduzione letterale per ricavarne una comprensione maggiore.
Nella lingua ebraica le lettere GV traducono l’idea di “all’interno” o, più precisamente, “all’interno del corpo”. Nelle misteriose 231 porte mistiche di creazione riferite dal Sèfer Yetzirà, GV rappresenta DM o la radice del nome Adamo, che significa “sangue”. Combinando queste traduzioni del messaggio contenuto nelle nostre cellule, giungiamo a un’intuizione sulla nostra relazione col creato espressa attraverso il nome di Dio che non ha precedenti. Sostituendo agli elementi del DNA le lettere ebraiche a loro equivalenti, riveliamo il messaggio che è scritto in ciascuna cellula del corpo umano (la figura6.7b alla pagina seguente)
Idrogeno |
Azoto |
Ossigeno |
Carbonio |
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Stessi elementi espressi in lettere ebraiche |
Y |
H |
V |
G |
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– YH: la forma abbreviata e riconosciuta di YHVH/Eterno, l’antico nome di Dio
– VG/GV: dentro il corpo umano
“Dio/Eterno all’interno del corpo”