SINGOLARITÀ e MARKETING

Che Meraviglia!

E sembra un sabato qualunque, un sabato italiano” (come canta Sergio Caputo) e come ogni fine settimana, per gli italiani (e non solo), aumenta la febbre per il calcio. Sport e valori vs sport e scommesse; sport e sacrificio vs sport e doping; sport e serietà vs sport e furbetti… I massimi interpreti di questo sport così popolare sono considerati i brasiliani (senza farmi sentire dagli amici inglesi…) e i brasiliani legano al “futebol” forti sensazioni, forti sentimenti e musiche meravigliose… Una su tutte è la famosissima “Filho Maravilha“.
Hai capito qual è? Credo di sì ma se così non fosse, è meglio ascoltarla prima di proseguire (e allora
clikka qui)
Jorge Ben Jor la scrisse per Fio Maravilha che, per la verità, non era un grandissimo giocatore.

Il 21 agosto 1971 durante una partita del Flamenco (la squadra di Jorge Ben) contro l’Atletico Mineiro, Fio fece uno grandissimo gol al 33′ del secondo tempo. Jorge rimase impressionato dall’azione, e scrisse una canzone offrendo un momento di gloria (che si sarebbe estesa per sempre) al “suo” giocatore, esaltandone anche la razza nera, capace di fare meraviglie su un campo di calcio. Scisse queste celebri parole: “Agitando la tifoseria al 33° minuto del secondo tempo, dopo aver fatto una giocata celestiale, un gol… Dribblò due difensori, con un tocco dribblò il portiere, solamente non entrò con la palla tutto in rete perché ebbe umiltà. Fu un gol di classe dove mostrò la sua malizia e la sua razza… Fio Maravilha, Fio Maravilha…“.
Riconoscenza? Gratitudine? Amicizia? Un bicchiere di vino?
Niente di tutto questo! Anzi… Quando era già passato un anno dall’uscita del brano, un ufficiale giudiziario si presentò a casa di Jorge Ben con una querela da parte di Maravilha, che lo citava in tribunale per aver utilizzato il suo nome senza consenso… Ecco perché Jorge Ben Jor fu costretto a modificare il nome Fio in Filho, cioè un più generico figlio.
Che Jorge fosse un avventato appassionato romantico?
Forse.
Che Fio fosse un furbetto?
Probabile…
Che il giocatore non avesse sviluppato sufficiente autostima?
Sicuro!
Ma cos’è l’Autostima?
È il tuo livello di autostima dipende normalmente dalla considerazione che hai di te stesso e da quanto accetti te stesso. Da quanto riesci a superare il tuo personale limite quotidianamente e da come t’impegni, e con quanta concentrazione lo fai. È costituita da un sistema di convinzioni interne che ci creiamo durante tutto l’arco della vita in seguito alle esperienze vissute e all’interpretazione di esse. L’Autostima non è cosa pensano di noi, è un processo che parte da noi. È un intruglio tra sapere cosa fare e tra come fare, tra un ordine dato alle attività e tra chi dà forma e classifica quell’ordine: i propri Valori, che sono la nostra bussola nel mare della vita. Alla luce di quanto detto, Fio Maravilha, non aveva una grande Autostima, ma lo ringrazio per la sua impresa di quel 33° minuto senza la quale non ci sarebbe stata questa canzone che mi piace così tanto!

Abbi gioia
Giannicola