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A Roseto la deriva petrolifera (di Franco Sbrolla)

(Ricevo da Franco Sbrolla e rendo noto)

In data 12 febbraio 2010, il Ministero dello Sviluppo Economico ha scritto una lettera alla Regione Abruzzo per comunicare la ripresa del procedimento denominato Villa Mazzarosa, senza nemmeno attendere la pronuncia della Corte Costituzionale, dopo che il Governo ha impugnato anche la seconda legge regionale anti-petrolio.
Prossima tappa la convocazione della Conferenza dei Servizi e poi è previsto il Decreto di Conferimento del permesso di ricerca di idrocarburi alla società Medoil Gas Italia, titolare del medesimo progetto.
L’area interessata dalle ricerche e coltivazioni petrolifere, pari a 13,4 Kmq., inizia dal confine sud di Cologna Spiaggia, attraversa buona parte della Riserva naturale Borsacchio e del territorio rosetano, e termina a Scerne di Pineto. In larghezza si estende dalla battigia fino alla collina.
L’iter procedurale è stato il seguente: 31.3.2006 presentazione dell’istanza, 9.5.2006 avvio del procedimento, 13.12.2006 esame e parere favorevole da parte del Comitato per gli Idrocarburi e la Geotermia, 18.10.2007 comunicazione alla Regione Abruzzo ed al Ministero dell’Ambiente del parere favorevole e del programma di lavoro espresso dal Comitato, 31.3.2009 sospensione dell’attività istruttoria fino al 31 dicembre 2009, 12.2.2010 comunicazione alla Regione Abruzzo della ripresa del programma di lavoro.
Il procedimento denominato Corropoli interessa invece Cologna Spiaggia, e la parte nord della Riserva Borsacchio e di Cologna Paese. Ha un’estensione di 173,2 Kmq., di cui 20,66 Kmq. nelle Marche e 151,64 Kmq. nei Comuni di Alba Adriatica, Colonnella, Controguerra, Corropoli, Giulianova, Martinsicuro, Mosciano Sant’Angelo, Nereto, Notaresco, Roseto degli Abruzzi, Sant’Omero e Tortoreto.
Il progetto, di cui è titolare la società JKX Italia, è stato presentato il 1° ottobre 2004 e venerdì, 23 aprile 2010, ci sarà la Conferenza dei Servizi, e le conseguenti determinazioni si sostituiranno alle autorizzazioni finali degli usuali procedimenti amministrativi.
Per quanto concerne il Decreto di Conferimento, l’unica nota positiva è contenuta nell’art. 7 della normativa, dove è riportato che, all’interno delle aree protette, l’inizio delle operazioni di ricerca sarà subordinato al rilascio del preventivo nulla osta da parte dell’organismo preposto alla gestione dell’area protetta interessata.
Ne discende che l’Organo di Gestione della Riserva naturale Borsacchio, al fine di salvaguardare le tante peculiarità naturalistiche e paesaggistiche, potrà negare il nulla osta ai progetti Villa Mazzarosa e Corropoli, e potrà inoltre dettare condizioni tali da indurre le società permissionarie a rinunciare, in tutto o in parte, alle loro istanze.
Purtroppo, l’Organo di Gestione della Riserva naturale Borsacchio, che doveva essere nominato entro il termine di 90 giorni dalla data di entrata in vigore della Legge Regionale n. 6 dell’ 8 febbraio 2005, non è stato ancora costituito, grazie al boicottaggio del Comune di Roseto e della Provincia di Teramo.
Ma i nostri Amministratori conoscono almeno le intenzioni della Medoil Gas Italia e della JKX Italia, e le strategie dell’Assomineraria? Evidentemente non le conoscono, ed allora voglio precisare che la Medoil Gas Italia fa parte del gruppo Mediterrean Oil & Gas, quotato alla Borsa di Londra, che, guarda caso, il 27 febbraio 2008 ha acquistato anche la JKX Italia, titolare del progetto Corropoli. Non è quindi un Ente di beneficenza e, dopo aver investito, il fine è quello di fare business per distribuire sostanziosi dividendi agli azionisti.
Per quanto concerne le strategie delle società che ricercano e lavorano gli idrocarburi, posso essere ancor più preciso in quanto ho avuto modo di studiare attentamente i resoconti dell’Assemblea generale dell’Assomineraria, svoltasi a Frascati (Roma) il 30 marzo u.s.
In sintesi, secondo l’Assomineraria, “L’Italia è un paese petrolifero e non lo sa”, “sono state identificate 57 progetti cantierabili che darebbero lavoro a 34.000 addetti per la sola costruzione degli impianti”, “è dunque necessario introdurre misure che semplifichino le procedure autorizzative”. Inoltre, dall’analisi svolta dalla Nomisma Energia, e riportata in Assemblea, si rileva che l’Abruzzo e l’Emilia Romagna sono le regioni che potrebbero consentire la maggiore concentrazione di distretti petroliferi.
Naturalmente, l’Associazione dei petrolieri non fa alcun riferimento alla deriva petrolifera che provocherebbe la perdita di milioni di posti di lavoro esistenti nelle 57 aree cantierabili e zone limitrofe!
Stando così le cose, vorrei rivolgere le seguenti domande all’Amministrazione regionale, all’Amministrazione provinciale di Teramo ed all’Amministrazione comunale di Roseto, che hanno brillato solo per l’inerzia e l’assoluto silenzio, sia sui progetti Villa Mazzarosa e Corropoli e sia sui progetti Cipressi, Colle dei Nidi e Villa Carbone che interessano il rimanente territorio della nostra provincia:
Che fine farà la nostra pesca in un mare inquinato dalle concessioni petrolifere che, nella cartina ministeriale, occupano tutto lo spazio antistante la costa teramana?
Che ne sarà della nostra industria turistica quando i flussi turistici sceglieranno località lontane dalle trivelle in terraferma e dalle piattaforme in mare?
Che succederà alla nostra agricoltura quando i prodotti d.o.c. diventeranno d.o.p., di origine petrolifera?
Quale sarà il tasso di scadimento della decantata qualità della vita, a causa delle ricadute negative ben documentate nel video “Viaggio nei Paesi dell’Ormai” che ha fatto il giro dell’ Abruzzo?
Può darsi che il disastro ambientale procurato in Basilicata, dove i 47 pozzi attivi in Val d’Agri stanno distruggendo le economie locali e la salute dei cittadini, non insegni nulla alle Istituzioni abruzzesi?
La comunità rosetana e quella teramana attendono adesso risposte adeguate e fatti concreti.
Perché la posta in gioco non riguarda soltanto il nostro futuro, ma anche quello dei nostri figli, dei nostri nipoti e delle generazioni che verranno.
Franco Sbrolla