E sì, lo Stato fa la Differenza!
Ma non parliamo dello stato geografico in cui ci troviamo (l’Italia) ma dello Stato in cui ci troviamo tutti, infinite (quasi) volte al giorno.
Prima di andare avanti, permettimi una nota a margine:
dal sito www.pennablu.it una precisazione su quando mettere l’accento sul verbo FARE – Vediamo alcune forme verbali per chiarire questo ennesimo mistero della grammatica italiana.
- Fa: terza persona singolare del verbo fare, tempo presente, modo indicativo. Non vuole l’accento. Non può essere confuso con la nota musicale fa. “La mamma fa una torta” è sì musica, ma per il palato. Alle orecchie non arriva nulla.
- Fai: seconda persona singolare del verbo fare, tempo presente, modo indicativo. Non vuole l’accento. A che servirebbe?
- Fa’: seconda persona singolare del verbo fare, tempo presente, modo imperativo. Vuole l’apostrofo, perché la “i” è caduta. Frase da esempio: “Fa’ presto!”.
Lo Stato radica i tuoi Significati, le tue Credenze, i tuoi Valori, ecc…
Vabbé, dopo aver ripassato dove e quando mettere l’accento sul verbo FARE, credo che abbiamo già fatto abbastanza per oggi.
Ti lascio una poesia…
Ti lascio una poesia…
Nuda è la terra, e l’anima
ulula contro il pallido orizzonte
come lupa famelica. Che cerchi,
poeta, nel tramonto?
ulula contro il pallido orizzonte
come lupa famelica. Che cerchi,
poeta, nel tramonto?
Amaro camminare, perché pesa
il cammino sul cuore. Il vento freddo,
il cammino sul cuore. Il vento freddo,
e la notte che giunge, e l’amarezza
della distanza… Sul cammino bianco,
alberi che nereggiano stecchiti;
della distanza… Sul cammino bianco,
alberi che nereggiano stecchiti;
sopra i monti lontani sangue ed oro…
Morto è il sole… Che cerchi,
poeta, nel tramonto.
Morto è il sole… Che cerchi,
poeta, nel tramonto.
(Antonio Machado)
Domani ne riparliamo.
Ognuno come può…
Abbi Gioia!
Giannicola