Lettura del fine settimana dedicata a tutti coloro che, magari andando a messa, potenzialmente possono avere l’idea rivoluzionaria che cambia la vita…
Calma, calma!
Non sto facendo propaganda religiosa, è solo la storia del POST-IT.
Chi non lo conosce?
Ho trovato molto interessante conoscere la storia di come è nato il “giallino”…
Ora esiste anche la versione “virtual”, utilissima per chi lavora davanti al PC per molte ore (è scaricabile dal web e se non ci riuscite fate un cenno che vi aiuto).
Nella storia c’è una “lettura nascosta” (neanche tanto, poi) su come dare seguito alle proprie intuizioni.
Buona lettura e non sottovalutate mai le vostre idee… anzi, lavorateci su!
Abbiate gioia
Giannicola
Art Fry, ricercatore nella Divisione sviluppo prodotti della 3M, amava cantare nel coro della North Presbiterian Church di North St. Paul, nel Minnesota, negli Stati Uniti. La domenica non mancava mai alla celebrazione della messa. Nello svolgimento di questa sua attività, si imbatteva costantemente in un banale ma fastidioso problema. Per ritrovare in tempi stretti i canti da eseguire, era solito inserire nel libro da messa alcuni foglietti di carta, in corrispondenza dei canti prescelti. Erano però più le volte in cui i foglietti, aprendo il libro, cadevano, rispetto a quelle in cui svolgevano diligentemente la propria funzione. Ogni volta Fry si trovava nei guai e, all’ultimo momento, doveva cercare la pagina voluta.
Racconta: “Non so se a causa di un sermone noioso o di un’ispirazione divina, ma quel giorno pensai a come risolvere questo inconveniente.
D’improvviso mi venne l’idea di un adesivo… Non di un adesivo qualunque; di uno che era stato ideato e provato da un mio collega alla 3M, Spencer Silver, ma che era poi stato scartato perché aveva il difetto di perdere la propria capacità adesiva dopo poco tempo”. La lampadina di Fry si era accesa all’improvviso, facendo ritornare nella sua memoria quell’adesivo buttato via anni prima. Per risolvere il problema dei foglietti che volavano via bastava renderli appiccicosi in maniera che rimanessero attaccati alle pagine del libro, senza rovinarle, e potendo essere staccati quando non c’era più bisogno che tenessero il segno. Occorreva insomma un “adesivo che rimanesse tale solo per breve tempo”.
Il lunedì seguente Fry si recò come sempre al lavoro. L’idea maturata in chiesa la domenica gli frullava per la testa, deconcentrandolo e svelandogli che in realtà le possibili applicazioni di una tale invenzioni avrebbero potute andare ben oltre all’utilizzo da lui pensato per il libro da messa. Decise allora di sviluppare la propria idea, recuperando l’adesivo del collega e lavorandoci sopra perché avesse le caratteristiche desiderate. Ci volle un anno e mezzo di lavoro, al termine del quale Fry decise essere giunto il momento di passare dalla teoria alla pratica. Andò nell’ufficio commerciale a proporre la sua invenzione, ma venne accolto con diffidenza se non con assoluta indifferenza.
Viste le insistenze di Fry, la 3M, nel 1977, acconsentì a fare un test di mercato, commercializzando un campione del prodotto in quattro città degli Stati Uniti, con il nome di Post-it. I risultati furono pessimi e straordinari al contempo: in due città non fu venduto neanche un “giallino” (termine ormai entrato nel linguaggio comune a indicare i Post-it e nato dal loro colore iniziale, il giallo appunto, successivamente affiancato da molti altri colori); nelle altre due i Post-it andarono letteralmente a ruba.
I risultati discordanti erano dovuti, ancora una volta, al caso: nelle due città-successo erano stati distribuiti gratuitamente dai commercianti alcuni campioni di Post-it. Nelle città-disfatta erano stati messi direttamente in vendita, senza alcun lancio pubblicitario, con omaggio di Post-it, e quello che seguì è sotto gli occhi di tutti. Dal 1980 venne diffusa la vendita dei “giallini” in tutti gli Stati Uniti, e dall’anno seguente approdarono anche in Europa e quindi nel resto del mondo, diventando uno strumento indispensabile, e quindi immancabile in qualunque ufficio.
La lettura attenta della scoperta di Fry deve far riflettere. A ben guardare i Post-it non godono di tutte le proprietà della serendipità. Il ricercatore del Minnesota, infatti, non ha scoperto i “giallini” cercando un’altra cosa. Il suo obiettivo era proprio inventare qualcosa che assomigliasse ai Post-it. È altrettanto vero, però, che l’idea di come realizzarli è nata da un doppio caso: la passione per i cori di Fry e il suo ricordo di un adesivo da buttare via.