“Dio si adatta all’umanità, accettandone i limiti per quel che è necessario a provocarne il superamento, come una madre balbetta con il figlio, per farlo progredire nella scoperta di un universo che deve crescere con lui.”(Da “Quale uomo e quale Dio” – Maurice Zundel)
La passione per quello in cui credi non ti lascia mai…La notte ti alzi di impeto alle 3,25, inizi a pensare e i tuoi pensieri, d’un tratto, diventano azioni… casomai scrivi, butti giù delle idee… Azioni così concrete che hanno un seguito pure sugli altri, su quelli che con te condividono le tue stesse strade, le tue stesse vicende, il tuo stesso timor panico…
Ecco, appunto, il timor panico!
Breve digressione: il panico è un’esperienza a carattere estremamente avverso, è qualcosa che nessuno si augura, diventa una patologia e dura… anni!!!; il dio Pan usciva improvvisamente da dietro gli alberi, nel bosco nel quale i malcapitati si trovavano, e li spaventava a morte. Questo succedeva nei boschi…! Nei boschi.
L’estasi, di contro, è un’esperienza col segno estremamente positivo, una sorta di acme del piacere basato sensorialmente in modo totale: provato con tutti i sensi; esperienza che tutti ambiscono a provare, più che desiderabile, perché strettamente connessa con il sublime.
L’uno e l’altro (Panico e Estasi) richiamano qualcosa di straordinario, che viene avvertito più che altro all’interno della sfera personale, qualcosa che non si può esprimere a parole, di enormemente forte.
Quale storia vi sto raccontando?
Quella del provare a fare un passo indietro per cercare di farne due avanti…
È solo un gioco per bambini?
No! Non è: “REGINA, REGINELLA, QUANTI PASSI DEVO FARE PER ARRIVARE AL TUO CASTELLO…”
È la vicenda “Borsacchio”.
Che per alcuni è una questione “reale” di timor panico, e per altri una questione “ancora fiabesca” (solo questione di tempo?) di estasi!
A questo punto della storia, le parti si sono rovesciate!
Il panico è diventato un fatto reale e l’estasi un fatto immaginario…
Come ci faceva notare Paolo de Nigris, nell’articolo di ieri (Just smile!), un piccolo e delicato gesto potrebbe bastare per dare gioia a qualcuno per tutta la giornata; anche io mi unisco a i sottoscrittori degli allegati che trovate più sotto nel sostenere la causa del “Borsacchio” di Roseto degli Abruzzi (TE).
È un piccolo pezzo di terra ma che potrebbe dare tanto a questo paese.
Sarebbe il sorriso che illumina il viso.
Sarebbe fare un passo indietro, evitando di costruirci un megavillaggio, per farne almeno due avanti.
Quali sarebbero i due passi avanti?
Il primo: dimostrare senso di responsabilità (per quello che rimane), insomma salvare il salvabile;
Il secondo: usare la “riserva” come fonte di eco-turismo (da WIKIPEDIA: L’ecoturismo è caratterizzato da alcuni aspetti peculiari: è mirato alla promozione di uno sviluppo sostenibile del settore turistico. non determina il degrado o l’esaurimento delle risorse. concentra l’attenzione sul valore intrinseco delle risorse naturali rispondendo ad una filosofia più biocentrica che antropocentrica. richiede all’ecoturista di accettare l’ambiente nella sua realtà senza pretendere di modificarlo o adattarlo a sua convenienza. si fonda sull’incontro diretto con l’ambiente e si ispira ad una dimensione cognitiva diretta. Una delle definizioni di ecoturismo maggiormente condivise è quella dell’International Ecotourism Society che recita: « l’ecoturismo è un modo responsabile di viaggiare in aree naturali, conservando l’ambiente e sostenendo il benessere delle popolazioni locali »).
Grazie a chi si alza alle 3,25… e butta giù delle azioni concrete!
Invitiamo chiunque all’attenzione tangibile e morale del caso Borsacchio?
Gli impegnati della nostra edilizia hanno le idee chiare.
Ma molti rosetani probabilmente ancora oggi non sanno, o non hanno capito bene, che si sta tentando di costruire sul nostro territorio un “massa eterogenea di asfalto e cemento”.
Abbi gioia
Giannicola De Antoniis
CONTRIBUTI DA SCARICARE:
Appello al comitato VIA
Non ancora fuori pericolo
Extra:
Le parole di un popolo che considerava la terra come una madre e con lei viveva in pace senza sacchegiarla ma che prendendo dalla terra solo quello che gli serviva e che restituiva quello che non usava, tribù di persone che non si consideravano superiori alle altre creature, ma parte di un tutto…
Lettera di un capo indiano al presidente degli USA (1854)
Ecofiabe
Post precedenti sulla questione “Borsacchio”:
SALVIAMO IL BORSACCHIO mag 07
RISERVA NATURALE O VILLAGGIO TURISTICO? mag 07
TERRA O VILLAGGIO PROMESSO? giu 06
RISERVA NATURALE BORSACCHIO giu 06
BORSACCHIO lug 07
EVVIVA LA POLITICA ago 07