Le ultime parole del precedente articolo (parte 2) erano le seguenti:
“La strategia deve essere quindi flessibile e ricavata ad immagine di chi abbiamo davanti dopo aver colto e riorganizzato le informazioni sul suo modello del mondo, su quello che desidera quella precisa persona e in quel preciso momento e in quel preciso contesto.
Così facendo si pone attenzione alla sensibilità altrui ottenendo una performance ottimale”.
In questa parte vedremo quali sono i passi del percorso (e ti consiglio di integrare questo, con l’articolo “bambini e saggezza“) di chi fa crescere se stesso e/o la propria impresa.
1 – saper decidere (iniziare): è la prima tappa, quella del silenzio, legata perciò alla definizione delle emozioni, dei pensieri, che regnano al proprio interno: quelle che si chiamano “vocazioni”, per intenderci. In questa fase il nostro CAMPIONE può apparire taciturno, impacciato ma il coraggio non ha bisogno per forza di alzare la voce; sta nascendo in lui un grande progetto e all’inizio riesce solo a percepirlo ma ancora non riesce appieno a vedere realizzato il suo progetto (ci vuole un adeguato periodo per vedere chiaramente quello che si desidera realizzare);
2 – saper portare avanti (agire e continuare): la seconda è la tappa dell’azione e del movimento. Dopo aver chiarito a se stesso cosa vuole fare, il nostro CAMPIONE, si muove in modo appassionato e forte, è sempre perfettamente inserito nel suo contesto, cresce ad ogni difficoltà per raggiungere il massimo del suo potenziale. La sua forza interiore è armoniosa. Se di combattimento vogliamo parlare, combatte non tanto con gli altri ma con se stesso ed ogni occasione è buona per imparare… ed impara velocemente!
Così cresce la sua conoscenza e la sua comprensione;
3 – saper comunicare (quello in cui credi): La terza tappa la possiamo eleggere a momento del cambio di marcia: da interiore, il suo pensiero si fa esteriore, diventa parola. il suo scopo è di portare a conoscenza la sua l’idea. Prima raccoglie informazioni, poi comunica il suo progetto. Ha l’aria di chi sa quello che vuole senza per questo risultare mai sbruffone.
4 – saper coinvolgere (chi lo fa con te): è il momento dell’umiltà, del sorriso e della semplicità. Chi ha scelto questo modo di incontrare l’umanità è prodigo nel dare aiuti (a chi li chiede) e di facilitare il compito degli altri per il bene (interesse) suo e il bene (interesse) di tutti. Agisce!
Nel suo DNA ha il contatto con le persone e sa coinvolgere perché parla con il cuore, dà il buon esempio e lo fa con semplicità. È sempre attento ma non è mai indiscreto ed invadente, è genuinamente una persona luminosa; difficilmente si lamenterà degli altri, è invece pronto a mettersi in gioco; il suo spirito è sempre adattabile e non farà mai la primadonna.
Conosco l’importanza di un simile percorso perché quotidianamente ho la possibilità di incontrare persone che rispondono a queste caratteristiche… e si vedono i risultati!
La collaborazione che offriamo nei nostri corsi e con la nostra consulenza è mirata ad approfondire come si riesca ad ottenere il miglior risultato possibile con quello che si ha a disposizione.
È più facile di quello che si crede.
Il supporto pratico e morale che una persona ne riceve è una prima importantissima conseguenza; il coraggio che si tira fuori dal cappello magico delle risorse personali è un altro fondamentale frutto.
Insomma, “ABBIAMO QUARANTA MILIONI DI RAGIONI PER FALLIRE, MA NON UNA SOLA SCUSA” Rudyard Kipling…
per non tentare, aggiungo io.
Abbi gioia
Giannicola