“Ho fatto tutto quello che potevo!”
Può bastare per te?
Se può, sei fortunato… Chi si accontenta gode, dopo tutto!
Da che dipende?
Non lo so da che dipende ma se ce la metti tutta è già tanto, tantissimo.
In molti (è stimato l’80%) non ce la fanno ad ottenere quello che a loro piacerebbe ottenere nella vita (dalla vita) ma la domanda che mi pongo, quella che m’interessa di più, è questa: “cosa hanno fatto quelle persone per ottenerlo?”
C’è una struttura, uno schema, una forma, un ordine per ottenere qualcosa dalla vita? Per ottenere qualcosa in più da se stessi? Per usare al meglio il talento che ci è stato dato? Il seme che possiamo coltivare e rendere un bellissimo, profumatissimo, armonicissimo fiore?
Ho rivisto il film di Gabriele Muccino THE PURSUIT OF HAPPYNESS (vedi anche questo post) che racconta la vera storia di Chris Gardner (da vedere) e quello che ne ho tratto non è tanto la voglia di vincere che c’è in questo uomo nella foto “in copertina” ma la ricerca di una strada percorribile per arrivare dove si crede o forse anche più in là.
Le parole di Virginia Satir spiegano bene che “La vita non è quella che dovrebbe essere. La vita è quella che è. È il modo in cui l’affrontiamo che crea la differenza“.
Nel film ci sono dei passaggi magnifici e di una forza irresistibile ed insospettabile ed uno in particolare è quando in un playground, lui e suo figlio da soli, tirano a canestro.
In quel momento avverte il figlio. “non farti mai convincere da qualcuno a non poter fare qualcosa. Neanche da me che sono tuo padre. Non permettermelo più!”. Come dice il buon Alberti: “se titte li cille cunuscesse lu grane!“
Nello stesso giorno di sabato, con mia moglie, ho visto un altro film da tenere tra i “preferiti” che ci ha commosso e fatto riflettere (la riflessione la facciamo sempre insieme, alla fine di qualsiasi cosa ci capiti) ed anche questa è una storia vera: quella di James Barrie.
Due momenti del film mi sono rimasti appiccicati e ho riportato qui per non dimenticarli più:
1) “solo” è una parola mortificante… è come dire che sei “solo” un uomo e non potrai mai scalare una montagna;
2) mi spiace che i tuoi occhi non riescano a vedere quel meraviglioso spettacolo che vedono i miei…”
Il film è NEVERLAND – un sogno per la vita
Ma cosa puoi?
Te lo sei mai chiesto?
È quello che hai in dote o quello che puoi costruire sulla dote…magari arrivando a raddoppiarla?
E da dove parti per arrivarci?
E che strada percorri?
La tua o quella di qualcun altro?
La dote è quella data da fattori ereditari, quella data dall’educazione e per ultimo, quella dell’autoeducazione. Feldenkrais afferma che di questi tre fattori è nelle nostre mani solo l’ultimo.
La buona notizia è che ci puoi lavorare.
Per te e per le persone care che ti circondano. Quando ti è chiaro dove andare e come arrivare, rendi più leggero il percorso anche a chi vuole condividere il tuo cammino.
A chi sostiene “sono fatto così!” o “che cosa ci posso fare?” o “è così che va il mondo!”, ecc… e per chi vede se stesso come una vittima predestinata con un colpevole sul quale riversare le proprie sventure sempre a portata di mano, la vita si può trasformare rapidamente in un supermercato delle occasioni perse. Lo sarà fino a che non capisce che dipende da lui e solo da lui “cercare” ogni giorno della sua vita. “Fai attenzione a come pensi e a come parli, perché può trasformarsi nella profezia della tua vita”. S. Francesco
“Quello che mi interessa è aumentare la mia tranquillità in famiglia, accrescere la mia abilità di fare affari, allargare la mia capacità di comunicazione”.
Questo è quello che sento spesso chiedermi.
Sì, ma come?
Hai idea di come tu possa riuscirci?
Può bastare la tua voglia di riuscirci?
Ho detto all’inizio che non lo so da che dipende ma se ce la metti tutta è già tanto, forse tutto.
Forse!
Perché, e te lo dico con le parole di Paul Bryant: “ciò che conta non è la volontà di vincere: quella ce l’hanno tutti. Ciò che conta è la volontà di prepararsi a vincere”.
Il punto sta tutto qua.
Le belle intenzioni al pari dei sogni sono un’ottima colazione al mattino ma una pessima cena di sera!
L’azione, che nasce da un pensiero, si traduce in risultato passando per l’obiettivo…
E di obiettivi ci occupiamo il prossimo 23 e 24 febbraio.
Come hai detto?
“È solo un corso di due giorni?”
Forse ti è sfuggito qualcosa dell’articolo che stai leggendo.
Rivedi subito le parole di Mr. Barrie! Al punto 1.
Gli obiettivi, come tutto in questa vita, hanno una struttura e conoscerla aiuta a raggiungere il risultato. Le cose non sono sempre come le vedi ma ci vuole un allenamento preciso per comprendere a fondo strutture altrimenti invisibili ad occhio nudo.
Si può allargare la possibilità che ti dai se hai nuovi occhi per guardare, nuove orecchie per ascoltare e una rinnovata sensibilità per accettare e persistere nella tua perfetta via verso il tuo importantissimo obiettivo.
Se poni il tuo sguardo sulla voglia di riuscire stai (forse) perdendo la più grande occasione che ti è stata concessa: il tuo tempo, le tue possibilità, la tua vita.
Te lo ripeto: “ciò che conta non è la volontà di vincere: quella ce l’hanno tutti. Ciò che conta è la volontà di prepararsi a vincere”.
Pensi che siano ancora “solo” parole?
Abbi gioia
Giannicola