SINGOLARITÀ e MARKETING

ALLA RICERCA DEL TALENTO SMARRITO.

Di quale talento si parla?
Chi può ricercare?
Come ricercare?
Ma soprattutto, perché?
Dove porre lo sguardo?
[Intrigante quello di Fabio nella foto… 😉]
Basta solo quello?
Bene, bene, bene… che tu sia un’autista (“TU SAI GUIDARLO UN AUTOBUS?”), che ti senta un pirata (“PIRATI… RICERCHE & LEADERSHIP!”), che tu comprenda semplicemente te stesso (“SOLO TUprima parte – “SOLO TUseconda parte), che immagini di mangiare con un leone (“A PRANZO CON… UN LEONE!”), che decida che qualcosa si possa e si debba fare (“DECIDETE CHE UNA COSA SI PUÒ E SI DEVE FARE E TROVERETE IL MODO”), che consideri a modo tuo il ticchettio del tempo che passa (“TIC TAC, TIC TAC, TIC TAC…”), che voglia celebrare una lunga festa (“UNA LUNGA FESTA”), che ti stia chiedendo “a chi giova”? (“CUI PRODEST?”), che voglia perderti nel credere sempre e comunque alle piume di elefante (“PIUME DI ELEFANTE…”), non dare nulla per scontato!
Da qui nasce la curiosità di cercare altri modi di fare esperienza e altri significati da aggiungere a quelli già conosciuti per ri-appropriarsi di abilità che consentono di accedere ad esperienze e stati mai intuiti ed afferrati in passato con consapevolezza.
Ingenuamente diamo per scontato il significato di un’esperienza senza più verificarlo.
Cosa comporta questo atteggiamento?
Molta incertezza e molta confusione!
Ci sono passato anche io per questi stati d’animo e ti assicuro che non è una sensazione piacevole. Lo so!
Ho cercato di “stampare” dei fermo-immagine (con gli articoli sopra elencati) dal film “dell’avanguardia decisionale” di una mente emozionale per consentirti di capire meglio a cosa mi riferisco.
Ci sarò riuscito?
L’impegno ce l’ho messo tutto e sono contento di questo.
Il risultato, a volte, lascia il tempo che trova!
Ma hai chiaro l’obiettivo?
Per me è importante provare e riprovare finché non riesco e così ci metto in conto che posso passare attraverso pratici insegnamenti che mi indicano che ho sbagliato strada. Pazienza! Ho imparato… Metto la retromarcia alla mia carrozza e mi rimetto nel punto dal quale non ho più prodotto utili risultati.
Un passo indietro per ri-accedere al cosa e al come so le cose che so.
L’importante è darsi da fare da subito, non appena senti irrefrenabile il dubbio e/o la motivazione a fare che percepisci dentro di te, perché non c’è un momento “giusto” in assoluto nella tua esistenza; tutti i momenti possono essere quelli giusti!
Inizia (il momento giusto) da quando ti muovi per incontrare la tua opportunità, e ci lavori con qualsiasi mezzo a tua disposizione, e più vai avanti e più ti appassioni e più fai meglio quello per il quale senti forte la voglia di impiegare la tua vita.
Come se facessi senza più pensarci. Ti è mai capitato?
E allora, rimandare a “tempi migliori” è utile?
E qual è questo “tempo migliore”?
Mai parti, mai arrivi…
La nostra epoca ci insegna a “guardare avanti” (anche se poco e male) accontentandoci e facendo spesso attenzione al buono, che è a portata di mano, e tralasciando il meglio che sta un po’ più in là e lo si raggiunge solo con una salda intenzione. Tutto questo a discapito del “guardare in alto” o il “guardare dentro”.
Secondo te, vedi più in lontananza di giorno o di notte?
Domanda scema, vero?
Hai mai preso questo “pezzo di avventura” e l’hai osservato come si deve?
O ingenuamente dai per scontato il significato di un’esperienza senza più verificarlo?
Di giorno puoi vedere a 100 km di distanza” – mi dirai – “mentre di notte non vedi neanche dove metti i piedi…
Quindi, che domanda è?
La notte (il buio) è l’allegoria del lato sconosciuto che abbiamo (del nostro intimo) e che spesso nasconde dei meravigliosi scenari (TALENTO SMARRITO?) che non sappiamo semplicemente illuminare.
Non è forse così?
L’intervista.
Tiresia che ho nominato nel “post” del 3 aprile ci può aiutare perché nell’intervista esclusiva che mi ha concesso… rivela quanto segue:
caro Giannicola, intanto ti ringrazio per l’intervista e della considerazione che mi hai dato perché sono secoli e secoli che tutti mi nominano ma mai nessuno si è scomodato per venire ad intervistarmi di persona: grazie! Poi, in riferimento all’occasione che ti stai dando e stai cercando con impegno (il talento smarrito), posso dire che se da un lato sono stato privato della vista (Era), dall’altro sono stato ripagato (Zeus) del dono di poter “vedere” il futuro, di poter correre avanti all’avvenire. Sono stato privato della vista delle cose materiali, delle vicende vicine, ma arricchito della “vista” delle cose che riguardano il futuro; come dite voi giovani d’oggi, della VISION.
Da questa mia abilità è nato il mio mito. Ma voglio ancora riflettere con te, Giannicola, su un altro punto che è questo: certo che se Era non mi avesse fatto lo scherzetto di privarmi della vista “materiale” non avrei mai potuto sperimentare il significato del “vedere” intimamente (sempre come dite voi giovani “visione costruita”); ma perché considerare qualcosa di importante solo se si è costretti? Non sarebbe più utile prepararsi con intenzione a maneggiare le abilità che fanno la differenza nella vita? Quelle abilità intime e quel legame interiore che ci sorregge nel momento di difficoltà, e ci spinge fino al ritrovamento di tesori nascosti che danno colore e lucentezza alla nostra esistenza?
Così mi ha lasciato l’illustre indovino.
Mi ha lasciato con queste domande…
C’era una volta… celeste!!!
Anticamente, di notte, si guardava il cielo stellato (milioni di anni luce… di distanza) e se ne traevano insegnamenti; oggi se guardo in cielo vedo, al massimo, la luce del lampione davanti casa mia…
E allora, si vede più lontano di notte o di giorno?
Più al buio o alla luce?
Cosa abbiamo guadagnato?
E cosa abbiamo perso?
Ci è utile quello guadagnato o era più utile quello che abbiamo perso?
Non lo so per tutti, mi dispiace! Io la mia risposta ce l’ho!
Dipende da dove e da come osservi i fenomeni.
Dipende dal filtro che hai.
Sapevi di avere un filtro?
Ma dietro a tutto questo chi c’è?
Ma c’è l’osservatore!
E chi è l’osservatore?
Chi è che organizza le tue visioni e sceglie i tuoi filtri?
E se chiudi gli occhi e prosegui al buio, cosa vedi?
E che filtri usi di giorno?
E quali di notte?
Come ti senti?
Perché farlo, poi?
Ti sarebbe utile?
Il processo è sempre lo stesso: cercare.
Il protagonista anche: tu.
Ha senso tutto questo o ti perdi nel buio (invece di trovarci la strada)?
Il senso di destinazione è quell’abilità che ti consente di guidare la tua carrozza (tu) sulla tua strada (la tua vita) al limite delle tue possibilità, verso la destinazione che hai scelto alla ricerca del talento smarrito…
Si può ANCHE leggere… LEADERSHIP PERSONALE (come direbbe Tiresia oggi a noi giovani!!!).

Te la senti di provare?

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Il successo si basa sulle azioni e sui processi che definiscono quelle azioni.
E, quei processi, si possono imparare!
Se ci sono riuscito io, ci puoi riuscire anche tu.
Ognuno, con la giusta applicazione può diventare una persona migliore.
“E se non ci riesco?”
Se ti fai questa domanda, intanto sei una persona che si fa delle domande… (ti pare poco!), poi ti rispondo che la tua dimensione inizia a prendere forma con le prove con le quali ti confronti quotidianamente e aggiungo infine le parole di Zig Ziglar: “il vero fallimento è rinunciare“…

Ognuno come può.
Abbi gioia
Giannicola

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