Ricevo e rendo noto l’intervento di Franco Sbrolla durante i dibattito sul Piano di Assetto Naturalistico della Riserva Naturale Borsacchio (Palazzo del Mare di Roseto – 2 ottobre 2008)
Sono Franco Sbrolla, rosetano di nascita e residenza, ed ho ascoltato con molta attenzione l’esposizione del PAN, che segue l’incontro, sullo stesso tema, avuto due mesi fa col Sindaco e con l’Assessore Frattari. Ho messo quindi nero su bianco ed il mio contributo al dibattito consiste adesso nell’esporre una brevissima sintesi dei fatti e documenti probanti che hanno interessato quel territorio in cui è ubicata la Riserva Naturale Borsacchio, in modo che ognuno possa interpretare deguatamente gli eventi che si sono succeduti e fare poi le opportune valutazioni personali di accettazione o di rifiuto del Piano che ci è stato presentato. Come accertato presso l’Archivio di Stato di Teramo, tutto il territorio che si estendeva dal fiume Tordino al torrente Borsacchio era governato, fino al 1805, dall’università di Giulia l’attuale Giulianova). Successivamente, con varie leggi emanate durante l’anno 1806, e con quella del 24 gennaio 1807, entrava in vigore la Riforma Amministrativa promossa dal Re di Napoli Giuseppe Bonaparte, fratello del più famoso Napoleone, che assegnava l’intera area Tordino – Borsacchio all’università di Monte Pagano, al fine di favorire una migliore distribuzione territoriale.
Da allora quel tratto che va dal Borsacchio a Cologna Spiaggia, è rimasto quasi del tutto inalterato e, con Decreto ministeriale 27 marzo 1963, è stato riconosciuto di notevole interesse pubblico e sottoposto a tutela paesaggistica “così da offrire un susseguirsi di incantevoli quadri naturali”. Con successivo Decreto ministeriale 25 ottobre 1969, veniva ribadito il precedente vincolo, sia sulla fascia costiera e sia sulla zona collinare, “tutto concorrente a formare una rete di relazioni visive tali da determinare un eccezionale insieme di bellezze naturali”. Dopo alterne vicende si arrivava finalmente, in data 8 febbraio 2005, all’istituzione della “Riserva naturale Regionale Guidata Borsacchio”, approvata all’unanimità in Consiglio regionale con Legge n. 6 art. 69 (seguita poi dalla L.R. n. 11 del 3.5.2006, L.R. n. 27 del 9.8.2006 e L.R. n. 34 dell’1.10.2007). Nella legge istitutiva era inoltre riportato l’elenco degli interventi vietati tuttora vigenti, tra i quali l’alterazione delle caratteristiche naturali, l’apertura di nuove strade, la costruzione di nuovi edifici, la realizzazione di strutture ricettive extraurbane, ecc. ecc. A salvaguardia della Riserva naturale Borsacchio venivano in seguito pubblicizzati i seguenti documenti ufficiali dei partiti della coalizione denominata Roseto Democratica:
21 marzo 2006 “I Capigruppo concordano di aderire al progetto politico dell’Unione con la riconferma del sindaco uscente Franco Di Bonaventura. Prioritario nel programma della coalizione sarà l’adozione del Piano di Assetto Naturalistico della Riserva Naturale Regionale Guidata secondo i dettami della legge istitutiva così come modificata in data 8 marzo 2006. Il Piano di Assetto Naturalistico sarà ispirato al principio per cui, entro l’area della Riserva, non potrà esserci incremento dei volumi esistenti” Seguono poi le firme di tutti i Capigruppo a garanzia che l’impegno assunto sarebbe stato integralmente onorato.
Maggio 2006 Nel programma elettorale dei partiti dell’Unione, tra i Progetti speciali, veniva riportata la seguente dichiarazione: “la Riserva naturale guidata del Borsacchio, che sarà realizzata secondo linee enunciate dalla Legge regionale con un piano di assetto naturalistico ispirato al principio che entro l’area della riserva non potranno esserci eventualmente nuovi insediamenti che prevedano incrementi dei volumi già esistenti, fatto salvo quanto necessario per il recupero e la riqualificazione delle attuali strutture, con criteri di progettualità originali e capaci di costituire valida alternativa a modelli già superati con espresso diniego alla realizzazione di nuovi villaggi turistici”. Accanto a questa dichiarazione, così precisa nei termini, è riportata la foto di Franco Di Bonaventura ecologista in bicicletta. Un segnale inequivocabile della volontà del Sindaco di realizzare, come è scritto nel preambolo, un progetto speciale “di forte impatto qualitativo e di sicuro supporto alle attività turistiche”. (Con questo programma i partiti dell’Unione vinsero le elezioni comunali del 28 – 29 maggio 2006 conquistando oltre l’80% dei voti). Sempre a salvaguardia della Riserva naturale Borsacchio si esprimeva, in data 5 luglio 2007, anche il Consiglio provinciale di Teramo che, all’unanimità, Deliberava di : “Impegnare il Presidente della Provincia a sollecitare il Comune di Roseto degli Abruzzi e la Regione Abruzzo a redigere nel più breve tempo possibile il Piano di Assetto Naturalistico e la perimetrazione della Riserva, onde promuovere conseguentemente la modifica del Piano Territoriale Provinciale ed un suo adeguamento alle previsioni normative ed alle volontà espresse dal Comune di Roseto degli Abruzzi e dalla Regione, che vanno nella direzione, come già sottolineato in narrativa, di fare dell’area che si sviluppa in Comune di Roseto, località Borsacchio, una Riserva Naturale Regionale da preservare nella sua straordinaria bellezza e da consegnare integra alle future generazioni con le sue meravigliose caratteristiche naturalistiche e paesaggistiche”.
Pur con tutte queste premesse, ci viene ora presentato un Piano di Assetto Naturalistico in netta contrapposizione alla volontà degli Organi istituzionali, ripetutamente espressa nelle varie sedi dall’Amministrazione regionale, provinciale e comunale. Tale contropiano, che è costato ai contribuenti abruzzesi ben 230.000 euro e che ha assorbito il 92% dell’intero finanziamento regionale, è stato redatto a tavolino da illustri professionisti e si presenta come un progetto essenzialmente tecnico, un corpo senz’anima e senza sensibilità nei riguardi di un territorio, lembo residuo dell’antica Marina di Monte Pagano, nel quale noi rosetani ritroviamo ancora oggi, in splendida simbiosi, la bellezza, il silenzio, la storia, le radici, l’identità, i grandi spazi e i dolci colori della memoria. Ed è quindi per me doveroso riportare l’intervento, in quel Consiglio provinciale di Teramo già menzionato, del consigliere Luigi Puca che arringò l’Assemblea con questeparole: “Cari colleghi, voi non potere né dibattere e tanto meno votare sul tema Riserva naturale Borsacchio perché non conoscete affatto lo stato dei luoghi. Io invece mi sono recato sul posto
, mi sono immerso in quell’atmosfera, e vi posso assicurare che ho potuto accertare, con i miei occhi, le grandi potenzialità attrattive di quel territorio unico in Abruzzo”. Lo stesso discorso potrebbe inoltre valere per amministratori e cittadini rosetani, che al 90% non sono mai entrati nell’area della Riserva, e pur non conoscendola continuano a disquisire ed a pontificare sull’argomento. Quello che però sorprende di più in questo contropiano è la mancata valutazione di ciò che succederebbe nella Riserva se venisse realizzato quanto progettato, e cioè nuovi insediamenti che comporterebbero una volumetria di oltre 50.000 mt. quadri lordi ed una cubatura superiore a 100.000 mt. cubi. La conseguente pressione antropica di circa 5.000 persone si sommerebbe a quella proveniente da Roseto, Cologna Spiaggia e dai camping e villaggi turistici esistenti, e porterebbe al collasso un territorio fragile che, oltre a subire la continua erosione marina, deve già sopportare, al suo interno, gli effetti del traffico ferroviario e di quello veicolare della S.S. 16. La Riserva naturale Borsacchio invece, così come è stata istituita e come è stata fermamente voluta, è l’ultima ccasione di riscatto ambientale, migliorerebbe sicuramente la qualità della vita e potrebbe rappresentare un volano di grande profilo etico indispensabile per il rilancio economico dell’intero territorio comunale. E’ quindi da respingere totalmente il contropiano presentato poichè è stato realizzato non in funzione della Riserva, ma contro la stessa Riserva. I partiti politici ed i politicanti ci hanno però abituati a fare i conti con le loro giravolte e con gli improvvisi mutamenti di umore che hanno provocato, specie qui da noi, un vertiginoso calo della fiducia nei loro confronti. Ove quindi la maggioranza consiliare di Roseto accogliesse favorevolmente il progetto presentato, perderebbe non solo la faccia, ma anche l’ultima parvenza di affidabilità. Per concludere, vorrei rivolgere la seguente domanda al prof. Nigro in quanto progettista anche del Piano Regolatore Generale: Nel Rapporto Preliminare al PRG 2001, Lei ha scritto testualmente nel Capitolo Tutela delle aree sensibili e miglioramento dei corridoi ecologici esistenti: “ la conservazione delle aree naturali che si sono salvate dalla massiccia antropizzazione attuata negli ultimi anni è di fondamentale importanza in quanto in questo modo vengono ad essere preservati ecosistemi unici non solo nel territorio rosetano ma in tutto il territorio regionale”.
La massiccia antropizzazione di cui Lei parla, è stata però solo il prologo dello scempio edilizio (come per esempio il Comparto Makarska), favorito dal 2001 al 2008 dall’Amministrazione Di Bonaventura. Ciò premesso, Lei ritiene veramente che i nuovi insediamenti previsti nel suo Piano di Assetto Naturalistico possano essere considerati, come Lei ha scritto nel Capitolo Mitigazione degli impatti ambientali esistenti “interventi che rappresentano tasselli di un mosaico che, una volta completato, andrebbe a migliorare la naturalità, la biodiversità e la continuità del territorio rosetano, a tutto favore del paesaggio e dei cittadini”?
(il Piano di Assetto Naturalistico della Riserva Naturale Borsacchio sarà portato all’attenzione del Consiglio comunale di Roseto mercoledì prossimo 8 ottobre 2008)
ALTRO:
Erano presenti i carabinieri!.
Fabio
Arch. Fabio VALLAROLA via Malaspina 30 – 64100 TERAMO Cell. 348.140.19.66 Skype: fabiovallarola E-mail: fabiovallarola@gmail.com Blog: http://vallarola.blogspot.com/